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di Mario Medde
Due note sul problema denatalità e spopolamento. La prima, breve, riguardante l’Italia e le ripercussioni sul sistema previdenziale, la seconda, più articolata, sullo spopolamento della Sardegna, e, nello specifico, delle zone interne e dei comuni minori.
1) L’Italia invecchia e si spopola (- 2,9% nel 2022 ) e registra un tasso di natalità tra i più bassi al mondo. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sostiene che a causa di questo fenomeno, del calo del numero degli abitanti e della forza lavoro, nessun sistema previdenziale può reggere a lungo.
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di Mario Medde
Nel 2000, sono ormai trascorsi 23 anni , la USR CISL Sardegna presentò, in occasione dei 50 anni della CISL sarda, un lavoro di ricerca storica che venne appunto editato con il titolo “ Storia di un sindacato popolare. Cinquanta anni della CISL sarda (1950-2000).
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di Mario Medde
La questione storica della CISL
Il problema storico della Cisl viene esaminato dal professore Vincenzo Saba scrivendo [Saba 2000] sulle riflessioni e proposte di Mario Romani, che così gran parte ebbe nella costruzione di quella peculiare identità che caratterizzò la CISL già dai primi anni di vita. Vincenzo Saba nei suoi scritti richiama anche i giudizi di Giovanni Marongiu sulla questione sindacale in Italia e i termini romaniani del problema.
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di Mario Medde
1. Il virus come merce
Virus significa veleno, in latino. Non c’è dubbio alcuno che come tale si stia comportando il coronavirus. Terribilmente contagioso e letale, avvelena la vita delle persone e pure degli Stati. Sino a quando, si spera il più in fretta possibile, non ci sarà un vaccino in grado di debellarlo del tutto. Eppure molto lascia pensare che la forza inarrestabile dell’economia e della società capitalistica riesca comunque a trasformare anche il virus in una sorta di “merce” che produce altre merci, alimentando così il processo circolare che caratterizza la produzione capitalistica.
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di Mario Medde
Libertà va cercando, ch’è si cara,
come sa chi per lei vita rifiuta
Purgatorio canto I vv. 70-72
Non c’è dubbio alcuno. Il coronavirus va combattutto e sconfitto perché è causa di malattia e morte, e incide negativamente e pesantemente nelle condizioni di vita e di lavoro delle persone. Senza distinzione alcuna, di censo, di colore della pelle, di sesso, di nazione e pure di età, a parte ovviamente le condizioni di salute e fragilità. È proprio per questa sua “democratica” caratteristica che la lotta per la vita viene ora assunta, quando il virus si diffonde come pandemia, magari con modalità diverse ma con una intensità senza precedenti.