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di Mario Medde
Giuseppe Sotgiu fu un famoso avvocato penalista, giurista e politico, e inoltre sindaco socialista di Olbia dal 1970 al 1973 e Presidente della Provincia di Roma dal 1952 al 1954. Nel 1945 Giuseppe Sotgiu faceva parte del Partito Democratico del Lavoro, di ispirazione progressista e socialista, che aveva come leader, tra gli altri, Ivanoe Bonomi e Meuccio Ruini.
Il Partito Democratico del Lavoro ebbe vita breve, dal 1943 al 1948, a seguito dei risultati negativi alle elezioni per l’Assemblea costituente. La nascita della rivista e l’articolo di Sotgiu sulle autonomie regionali che qui si commenta vanno collocati dunque riportati alla sua militanza nel Partito Democratico del Lavoro.
Insieme con Francesco Carbini, Mario Berlinguer e Remo Branca, Giuseppe Sotgiu aveva fondato a Roma nel 1945 Sardegna. Rivista di studi regionali1 , per pubblicare sul primo numero, illustrato da xilografie di Remo Branca, un articolo intitolato Le autonomie regionali e i provvedimenti per la Sardegna, che prendeva lo spunto dal Decreto Legislativo Luogotenenziale del 28. 12.1944, n. 417 Provvedimenti regionali per la Sardegna.
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di Mario Medde
Gli Atti del seminario di studi su L’intervento straordinario in Sardegna e l’attuazione dell’articolo13 dello Statuto speciale, tenutosi a Cagliari il 27-28 ottobre 1983, a cura della IV Commissione del Consiglio regionale della Sardegna, contengono, tra gli altri, l’intervento di Giannetto Lay in qualità di componente del Comitato regionale di programmazione, di cui allora facevano parte le organizzazioni sindacali. Giannetto Lay in quella data non era più segretario generale della CISL sarda; nel 1981 gli era infatti subentrato Ugo Pirarba.
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di Mario Medde
Neppure la manovra finanziaria e di bilancio per il 2025 – tenuto anche conto del ritardo nell’approvazione e dei mesi di esercizio provvisorio – presenta proposte e misure specifiche adeguate al rafforzamento della formazione professionale, né sono visibili interventi normativi di natura più strutturale.
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di Mario Medde
La storia del sindacato sardo è una storia di conflitti e partecipazione, soprattutto per quel che riguarda la programmazione dello sviluppo e la promozione del lavoro da parte della Regione Sardegna. Gli atti della programmazione regionale sono stati, e lo sono tutt’ora, il terreno di scontro e confronto con le diverse Giunte regionali. Alcune riflessioni sono necessarie per rafforzare l’iniziativa sociale e sindacale e la stessa partecipazione alla programmazione e attuazione degli obiettivi dello sviluppo e alla promozione di maggiori e migliori opportunità lavorative.
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di Mario Medde
I documenti della programmazione regionale economica e finanziaria, gli atti e le azioni operative, gli impegni in sede di relazioni sindacali e industriali con le rappresentanze datoriali e delle intraprese, sono l’ambito fondamentale dell’iniziativa sindacale sui temi generali e specifici dello sviluppo e del lavoro in Sardegna. L’azione sindacale è caratterizzata da analisi sullo stato dei problemi e da proposte per ottenere un riscontro pattizio in sede di confronto, nei documenti programmatori, negli atti legislativi e attuativi. In questa direzione evidenziare i problemi e le criticità, denunciarne pubblicamente i ritardi e le inadempienze non è talvolta sufficiente. Diventano allora importanti gli strumenti dell’azione sindacale: la mobilitazione, le pacifiche e legali proteste, lo sciopero.
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