di Mario Medde
È necessario riconoscere che la specialità e l’autonomia hanno accompagnato, come idee forza, le speranze dei Sardi nella lunga fase della prima modernizzazione dell’Isola. Si è ora di fronte però a un loro innegabile logoramento ed esaurimento. A ciò si aggiungano evidenti crepe e rotture del Patto Costituzionale tra Stato e Regione, in primo luogo su temi decisivi del lavoro e dei diritti di cittadinanza. È inoltre profondamente mutata la situazione internazionale ed europea e con essa l’economia e la finanza. È cambiato lo Stato.
In questa fase di straordinari cambiamenti è innegabile la necessità di una costituente perla Sardegna e per i Sardi. L’obiettivo è quello di costruire una società ancor più improntata ai valori di giustizia sociale e di libertà. Valori e progetti da collocare oltre l’autonomia e la specialità così come le abbiamo conosciute. Queste, infatti, dicono tutto, o quasi, sul recente passato, ma nulla, o quasi, sul futuro.
Cosa è, dunque, oggi all’ordine del giorno della politica e delle istituzioni sarde? Quale è il progetto per la Sardegna capace di fare i conti con l’evoluzione della forma di Stato e con il federalismo fiscale e con le dinamiche economiche e finanziarie internazionali e con l’evoluzione dell’Unione Europea? Forse l’autogoverno come forma più avanzata della specialità che si afferma in uno Stato federale? Oppure l’autogoverno come indipendenza? O, ancora, il ristagno, non solo politico, di un’autonomia ormai superata nelle dinamiche interne all’Isola e dalla stessa forza delle regioni a statuto ordinario?
È comunque possibile ed auspicabile, al di là delle logiche di schieramento, mettere in campo una volontà e uno sforzo unitario individuando un comune denominatore in un nuovo Patto Costituzionale che rafforzi l’autogoverno dei Sardi in funzione di una maggiore libertà e giustizia sociale.
Non c’è in tutto questo una mera concezione economicistica dello sviluppo e dei diritti di cittadinanza. È emblematica, a questo proposito, una frase che ricaviamo da Lo spirito delle leggi di Montesquieu: «I Paesi non sono coltivati in ragione della loro fertilità, ma della loro libertà».
Vogliamo, dunque, contribuire ad avviare un processo che attraverso un nuovo patto costituzionale porti ad un accordo, ad un nuovo Statuto, che riconosca all’Isola i poteri e le risorse finanziare necessarie e ad un vero autogoverno, che realizzi un federalismo rispettoso dei diritti, della storia e della identità dei sardi. Il lavoro e i diritti, sas libertades, sono l’epicentro di questa lotta e di questi obbiettivi.