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Università di Sassari, 17 maggio 2012
L'amicizia con il segretario della CISL Sarda Mario Medde, soprattutto l'ammirazione per il suo impegno sindacale, ma anche per le sue battaglie a favore dello sviluppo e del lavoro e per la sua sensibilità civile, mi hanno portato ad accettare un invito. Quello di presentare questo libretto inusuale, queste pagine luminose che ci consentono di varcare una porta, di cogliere e toccare con mano un mondo intero sospeso tra presente e passato che ha una sua coerenza, una sua logica, un suo ordine interno. E questo con un itinerario di sentimenti e di emozioni che toccano il cuore.
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di Bachisio Bandinu
Mario Medde apre il suo libro Antiles con una introduzione che riflette sul rapporto tra le parole e i fatti, tra i segni e le cose, per dire che la sua scrittura è documento di cose percepite e vissute, affidate poi alla memoria e comunicate attraverso immagini. Si rifà ad alcuni brani del "De Magistro" di Agostino che rinforza con puntuali osservazioni di Wittgenstein per affermare che "il mondo è tutto ciò che accade e che i fatti entrano nella nostra vita prima ancora che si nasca e ci attraversano perché anche noi siamo porte aperte".
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di Mario Medde
È necessario riconoscere che la specialità e l’autonomia hanno accompagnato, come idee forza, le speranze dei Sardi nella lunga fase della prima modernizzazione dell’Isola. Si è ora di fronte però a un loro innegabile logoramento ed esaurimento. A ciò si aggiungano evidenti crepe e rotture del Patto Costituzionale tra Stato e Regione, in primo luogo su temi decisivi del lavoro e dei diritti di cittadinanza. È inoltre profondamente mutata la situazione internazionale ed europea e con essa l’economia e la finanza. È cambiato lo Stato.