Giustizia sociale e questione morale in Sardegna
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di Mario Medde
La questione morale è alla quotidiana attenzione dell'opinione pubblica come conseguenza delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto la grande maggioranza dei consiglieri regionali della Sardegna.
Siamo certo di fronte a un problema di enorme dimensione etica, e che riguarda le persone oggetto di indagine da parte della magistratura, ma anche a una drammatica manifestazione di crisi della massima istituzione dell'autonomia così come l'abbiamo conosciuta e praticata.
Istruzione, formazione professionale, apprendimento permanente
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di Mario Medde
La progettualità politica e i problemi posti dalla nuova questione sarda necessitano oggi di una forte dimensione programmatica e di una capacità attuativa eccezionale. Soprattutto l'emergenza lavoro, la solidarietà tra persone, categorie e territori, in una fase tra le più difficili della storia autonomistica, l'esigenza di creare maggiore ricchezza per meglio distribuirla, una più consistente competitività del sistema Sardegna, impongono una forte e diffusa progettualità incentrata sulla Scuola e la Formazione, sulla Università e la Ricerca; a maggior ragione in un'economia e in un mercato fondati prima di tutto sullo sviluppo della conoscenza e sulla qualità e quantità che si riverbera nelle risorse umane.
Una svolta per l'autogoverno della Sardegna e il lavoro
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di Mario Medde
Non c’è libertà senza lavoro
Il lavoro continua ad essere svalutato e umiliato. In Sardegna è ridotto a fenomeno marginale, per i giovani quasi evanescente e impalpabile, e il più delle volte irraggiungibile. Una condizione fortemente penalizzante che defrauda di un diritto primario e che colpisce la persona e l’intera società.
Gli anziani vengono penalizzati due volte, come lavoratori e come pensionati, da un sistema di sicurezza sociale che non rende giustizia a quanti vorrebbero dare anni alla vita e vita agli anni.
È ormai evidente che non c’è libertà vera senza lavoro. Ma al forte e diffuso disagio sociale si contrappone una sorta di assuefazione al peggio della rappresentanza politica e istituzionale, ciò che poi non consente di incidere sulle condizioni di vita e di lavoro. È urgente che la Sardegna produca gli anticorpi necessari a evitare che continui la fase di declino e decadenza economica e sociale.
Lettera a Papa Francesco
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Lettera aperta a Papa Francesco della associazione "Carta di Zuri" e della comunità di Zuri in occasione della sua visita alla Sardegna
Assemblea della Carta di Zuri dell'11 settembre 2013
Caro Papa Francesco,
Le siamo grati per questa visita nella nostra Regione a distanza di cinque anni da quella di Papa Benedetto.
Sono ancora vive nel nostro ricordo le immagini e le parole che il Papa rivolse allora alla nostra Isola, soprattutto quelle indirizzate ai giovani: "...voi costituite il futuro pieno di speranza di questa Regione. Conosco il vostro entusiasmo, i desideri che nutrite e l'impegno che ponete per realizzarli. Non ignoro, tuttavia, anche le difficoltà e i problemi che incontrate. Penso, ad esempio, alla piaga della disoccupazione e della precarietà del lavoro, che mettono a rischio i vostri progetti, penso all'emigrazione, all'esodo delle forze più fresche e intraprendenti..."
Politici, magistrati, medici, economisti imparate a scrivere!
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di Bento Spina
Può apparire eccentrico, o almeno improprio, presentare qui un libro il cui titolo – Leggere, scrivere, argomentare – parrebbe destinarlo ad un pubblico circoscritto di docenti e studenti.
Eppure, l'autore, Luca Serianni, docente di storia della lingua alla Sapienza di Roma, si rivolge esplicitamente anzitutto ai politici e poi ai magistrati, agli insegnanti, ai medici, agli economisti, facendo propria l'opinione di Paolo Di Stefano sul "Corriere della Sera": «La capacità di argomentare con pensieri lucidi veicolati da frasi sintatticamente evolute è una parte essenziale del loro [dei politici] dovere pubblico». Cui si aggiunge, secondo Serianni, il «dovere privato, individuale, che può riguardare ciascuno di noi: almeno se vogliamo imparare a difendere le nostre ragioni, rendendole ben strutturate e chiare prima di tutto a noi stessi».
Autonomia, autogoverno e gruppi dirigenti
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di Mario Medde
A proposito di elezioni primarie e di candidati al Consiglio regionale
L’aver declinato l’autonomia speciale solo come rivendicazione verso lo Stato, e in termini essenzialmente economicistici, ha condizionato negativamente non solo una sua più adeguata evoluzione e pratica, ma ha rappresentato, al di là delle oggettive debolezze, un forte alibi per i gruppi dirigenti che, salvo e riconosciute eccezioni, non si sono mai posti il problema di come questa pur parziale conquista interrogasse anzitutto i loro principi e valori, cioè la volontà e la capacità di produrre loro stessi autonoma elaborazione, indipendenza di giudizio, rispetto della sedimentazione storico-culturale della rappresentanza, autonoma cultura e pratica capacità di governo.
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