È urgente investire sulla formazione professionale

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di Mario Medde

SARDEGNA

Tasso giovani NEET: 21,8 %
(giovani tra i 15 e i 24 anni che non lavorano
e non frequentano alcun corso di istruzione e formazione)

Popolazione residente di 15 anni e oltre per titolo di studio
con qualifica professionale 1,9 %, con licenza media 40,1 %,
con licenza elementare, nessun titolo 18,0 %.

Fonte

La Giunta regionale ha il dovere e l’urgenza di dare risposta alla domanda su come debba realizzarsi la formazione professionale in una fase, come l’attuale, caratterizzata dalla sospensione delle attività frontali per un periodo ancora indeterminato. Se si dovessero, come appare, seguire le prescrizioni valide per il sistema dell’istruzione si dovrebbe riprendere, anche come formazione professionale, il mese di settembre. Con quali modalità, sia per la scuola che per la formazione, ancora non è dato sapere.

L’Assessorato al Lavoro e alla Formazione professionale ha, per il momento, dato avvio a due adempimenti, l’anticipo alle Agenzie formative del 90% delle competenze dovute sulle attività assegnate, previa presentazione di fideiussioni e la possibilità di programmare le attività formative a distanza( per la teoria); ma senza farsi carico di una specificazione e articolazione dei problemi che questa comporta sul piano operativo e didattico, e per la stessa disponibilità di una utenza che deve essere messa in grado di aderire a una novità che presuppone uno stravolgimento delle condizioni precedenti la sospensione delle attività.

In questo contesto è indispensabile che le Agenzie formative continuino a sollecitare all’Assessorato una richiesta di programmazione dell’attività che veda la Regione parte attiva nel carico dei costi derivanti dall’ attività formativa a distanza, e la predisposizione dei bandi e avvisi per l’attività dei prossimi mesi e del prossimo anno, così da definire in modo chiaro e formale l’utilizzo di tutte le risorse disponibili in capo al Fondo Sociale Europeo 2014-2020 e sulle misure derivanti da fonti finanziarie nazionali, in previsione anche dell’avvio dei Fondi strutturali europei per il prossimo settennio.

Si tratta di un adempimento fondamentale per affiancare le politiche attive a quelle passive, messe in campo a livello nazionale con i diversi provvedimenti mirati a contrastare le conseguenze sociali ed economiche del contagio coronavirus. La cosiddetta fase due, quella del contrasto della recessione economica e per la ripresa del Paese e della Regione, non può realizzarsi solo con le politiche passive, pur importanti, ma con la ripresa delle attività produttive accompagnate dalla massima sicurezza dei lavoratori, e da misure di politica attiva e formativa nei regimi di lavoro a tempo ridotto, con programmi di perfezionamento professionale e di riqualificazione, con programmi di aggiornamento professionale e di tutela delle competenze.

In questa direzione, la Regione Sardegna e l’Assessorato del lavoro devono subito predisporre i necessari interventi programmatori e gli atti amministrativi necessari a supportare il rilancio della economia e del lavoro, utilizzando al meglio anche la formazione professionale, indispensabile per valorizzare l’apporto delle risorse umane in una fase così difficile.

A tal fine è fondamentale sia l’impegno delle agenzie formative che delle rappresentanze economiche e sociali, trattandosi di problemi che riguardano la programmazione e attuazione di politiche dello sviluppo e del lavoro e gli strumenti attuativi necessari a cantierare in tempi rapidi le risorse utili e le relative misure di settore, e laddove necessario anche territoriali.

Data la pervasività della crisi e le ricadute in tutti i territori dell’Isola, anche l’offerta formativa non deve conoscere aree franche. A tutti i territori deve essere data la possibilità di misurarsi con un miglioramento professionale indispensabile per competere ai livelli più alti nel mercato del lavoro. A maggior ragione questo vale per le storiche agenzie formative che hanno nella socialità, nella solidarietà e nella dignità del lavoro il loro primario punto di riferimento.

In Sardegna non mancano le risorse finanziarie per garantire il ruolo che compete alla formazione nelle politiche del lavoro e dello sviluppo,quelle derivanti da fonti finanziarie europee e nazionali, e, come nel passato, utilizzando anche le disponibilità regionali. Certamente, in questa direzione, è importante dispiegare la intelligenza, l’autorevolezza e la forza delle parti sociali ed economiche, per far si che la Regione adotti subito un programma di rilancio dell’economia e del lavoro, dove anche la formazione possa svolgere quel ruolo determinante per l’acquisizione e promozione delle competenze professionali decisive nelle attività produttive e di servizio.

In un momento così difficile l’alternativa è la crisi del sistema formativo, piegato non solo dai ritardi dei pagamenti da parte della Regione, ma anche da una programmazione dell’attività che non risponde al bisogno, e che non adegua l’offerta formativa ai cambiamenti imposti dalla crisi sanitaria. Già da prima la Sardegna necessitava di risposte utili a fronteggiare il deficit formativo; oggi si è di fronte a un problema ancora più ingigantito dall’enorme recessione economica e da un mondo del lavoro e della produzione disorientato e senza certezze. E’ il momento, a tutti i livelli, di utilizzare conoscenza e competenze per risalire la china. La scuola riprenderà a settembre, e comunque è un mondo che giustamente lo Stato garantisce in tutti i suoi aspetti, e che deve anzi rafforzare sia sul versante delle strutture che di tutti gli operatori del sistema.

La formazione professionale non può restare in balia degli eventi, o dipendere dalla sola capacità di capire la gravità dell’emergenza da parte della Regione. E’ un settore troppo importante perché venga letto e valutato come una sorta di parente povero dell’istruzione; soprattutto per quel che rappresenta per i giovani e i lavoratori, e perché proprio sulle competenze professionali essi investono sul presente e futuro. Per questo è indispensabile costruire le necessarie sinergie per far si che la Regione Sardegna metta in campo le decisioni utili a sostenere la formazione professionale, e in primo luogo gli utenti e le stesse agenzie formative che hanno da tempo presentato delle proposte, ma ancora senza risposte adeguate.