La Regione Sardegna paga in ritardo

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di Mario Medde

È necessario rispettare le scadenze e adottare soluzioni tempestive per i problemi della formazione professionale

La gestione del bilancio e della spesa è un aspetto fondamentale delle politiche di sviluppo e per il lavoro. Nel dibattito si dà grande rilevanza alla nuova impostazione del bilancio, in particolare alle entrate e ai nuovi finanziamenti. Un fatto comprensibile, perché la quantità e la disponibilità delle risorse finanziarie sono elementi essenziali per garantire una efficace e argomentata copertura delle spese correnti, degli investimenti, dei servizi primari e indispensabili, nonché delle politiche del lavoro e dell'inclusione.

Ma durante l'anno finanziario e di competenza la gestione e il governo del bilancio e della spesa sembrano essere affidati quasi solo alla burocrazia e agli uffici.

Ciò non va bene, ed è invece necessaria una maggior presenza e impegno in primo luogo da parte delle forze politiche su questo aspetto così fondamentale per i cittadini sardi.

L'enorme ritardo dei pagamenti (a società e persone) da parte della Regione Sardegna ostacola sia la tempestiva e proficua attuazione delle politiche della stessa Istituzione, sia un adeguato contributo alla ripresa dello sviluppo e della occupazione. Infatti, proprio per questi enormi ritardi, le imprese e le famiglie subiscono pesanti contraccolpi, a volte decisivi, in termini di indebitamento e addirittura di sopravvivenza.

Le cause di tanta inefficienza sono molteplici e sono la spia di altre criticità, vicine e lontane, burocratiche, organizzative, di efficacia e qualità della leadership politica e di governo della Regione.

Il superamento dei ritardi dei pagamenti non è però un ostacolo insormontabile; a patto che si tengano sotto controllo, con volontà e capacità di intervento, alcuni aspetti di natura burocratica e di governo (ad esempio i tempi di approvazione del bilancio e la sua gestione).

Nello specifico sono da valutare per eventuali modifiche: il rapporto tra gli uffici dell'Assessorato del bilancio e della Ragioneria con quelli degli altri assessorati sulla procedura di spesa, la modalità e i criteri di assegnazione della cassa ai diversi assessorati, i pagamenti nella fase di riaccertamento ordinario dei residui, il ruolo e gli organici della Ragioneria, gli organici dei servizi addetti agli impegni di spesa e alle determine di pagamento, le criticità nelle procedure di liquidazione di un impegno di spesa a fronte di una obbligazione pure giuridicamente perfezionata, la corretta interpretazione e attuazione delle procedure di spesa previste dal bilancio armonizzato.

Da sottolineare inoltre l'anormale ricorso della Regione all'esercizio provvisorio per diversi mesi; una scelta politica gravissima perché è un moltiplicatore di tutte le criticità gestionali e procedurali presenti negli assessorati, e perché produce squilibri, talvolta anche gravi, nei costi gestionali delle imprese e forti disagi nelle persone e nelle famiglie.

Il peso eccessivo della burocrazia nell'attuazione delle norme e delle procedure conseguenti è spesso dovuto anche ad una scarsa autorevolezza dei responsabili politici. Questi, infatti, scontano, nella fase attuativa, una sostanziale condizione di subordinazione causata da una presunta maggiore conoscenza delle norme e delle procedure da parte degli uffici. Ciò porta spesso la politica a dipendere dalla tecnostruttura. Si tratta, in questo caso, di una negativa rendita di posizione, che crea ritardi e privilegi e che è possibile sconfiggere con una maggiore qualità nel governo dei problemi da parte di chi ha la responsabilità politica.

Il ritardo dei pagamenti nella pubblica amministrazione è un fatto ormai strutturale nel Paese. In Sardegna non è dovuto però a una carenza di liquidità, ma ad evidenti difficoltà nella gestione del ciclo passivo, a iniziare dalle eccessive rigidità delle procedure di spesa.

Un ipotetico bilancio per cassa potrebbe forse risolvere il problema tagliando il nodo dei residui, ma è un discorso per ora non praticabile. La riforma della contabilità pubblica attraverso il bilancio armonizzato tende però verso questo obiettivo. Inoltre, con il principio della competenza finanziaria la liquidazione diventa più importante dell'impegno, perché viene registrata quando l'obbligazione è esigibile e certifica allora il corretto impegno.

Ciononostante, nella Regione Sardegna continua a persistere il preoccupante fenomeno dei ritardi nei pagamenti. Per quel che riguarda le agenzie formative il problema è diventato drammatico, considerato anche il loro ruolo fondamentale sia nella formazione professionale che nell'attuazione delle politiche attive del lavoro e la rilevanza che hanno nella programmazione del Fondo Sociale Europeo.

Negli ultimi due anni (2015 e 2016) i primi pagamenti effettuati alla Regione Sardegna sono pervenuti alle Agenzie formative solo nel mese di agosto, esattamente dopo il periodo di ferragosto, costringendo tutti i soggetti a far fronte agli impegni con i lavoratori e al pagamento dei contributi e delle imposte mediante il ricorso al credito bancario con i relativi costi e problemi.

Considerato che la formazione professionale e le agenzie formative rappresentano uno snodo fondamentale per l'attuazione delle politiche attive per il lavoro e dei servizi per l'impiego, è dunque urgente e indispensabile chiedere alla Regione Autonoma della Sardegna, ed in particolare all'Assessorato per il lavoro e la formazione professionale, di provvedere ad una soluzione che tenga conto dei seguenti elementi:

1. La garanzia della tempestività di pagamenti, anticipazioni e saldi attraverso una programmazione che preveda la mensilizzazione o la bimestralizzazione dei pagamenti con atti amministrativi adeguati che la Regione stessa deve individuare.
2. Considerati i ritardi nell'approvazione della manovra economico-finanziaria, ormai un dato strutturale, e i problemi burocratici purtroppo consolidati nella pubblica amministrazione regionale e le negative conseguenze sullo sviluppo corretto delle attività, sui tempi coerenti di pagamento, diventa indispensabile individuare uno strumento che possa soddisfare le esigenze di liquidità mediante un'azione di sostegno e di miglioramento delle competenze del personale dipendente delle agenzie formative. Ciò anche attraverso progetti di formazione continua e di specifiche azioni di sistema.
3. Considerato che solo una parte di lavoratori della Formazione Professionale ha potuto usufruire delle opportunità di accedere alla lista speciale, così come definita nelle precedenti legislature, si ripropone la necessità di una norma che preveda il diritto all'inserimento nella lista suddetta di quanti a suo tempo erano in regola con la presentazione della domanda inoltrata alla Regione Sardegna nell'anno 2013.

Su tutti questi problemi e proposte è indispensabile una sollecita assunzione di responsabilità della Regione e della politica sarda, anche attraverso nuove norme e atti amministrativi specifici.